Ultime News

Emanuele Sartoris
Il profumo
Inside The Score

Emanuele Sartoris<br/>Il profumo<br/> Inside The Score

5 agosto 2018

Ottavo appuntamento con la rubrica Inside The Score: abbiamo chiesto ad alcuni dei musicisti più emblematici della comunità jazzistica italiana di raccontarci una loro composizione. Buona lettura.

Di Emanuele Sartoris

“Il Profumo” è un brano contenuto nel disco  in duo con il contrabbassista Marco Bellafiore “I suoni del Male”, uscito per l’etichetta Pugliese Dodicilune a novembre del 2017 e distribuito da Ird in Italia e all’estero.

Si tratta di un brano dedicato ad un sonetto inserito nella raccolta di poesie “I Fiori del Male ” di Charles Baudelaire.

Nel dettaglio è il secondo sonetto di una ghirlanda di altri quattro raccolti sotto il titolo” Un fantasma”. Nel disco in questione sia io che il contrabbassista Marco Bellafiore abbiamo scritto rispettivamente due sonetti a testa raccogliendoli in una sorta di piccola Suite.

Direi che il profumo può ben rappresentare uno dei miei consueti sistemi compositivi. Ritengo che la musica debba essere descrittiva ed evocativa, sfruttando tutti gli elementi disponibili affinchè possa comunicare senza dover necessariamente utilizzare la parola. Nell’album ” I suoni del male” utilizzo diverse strategie compositive in questo senso, dalla riproduzione fedele dello schema del sonetto di Baudelaire, passando per soggettive tabelle di suoni abbinati ai colori fino al tentativo di riassumere ed evocare le emozioni o la sensazioni concentrate nella poesia.

Nel caso de “Il profumo” ho scelto di giocare con il sistema evocativo del ricordo, Tema centrale del sonetto. Baudelaire ci parla del ricordo di profumi antichi esotici e sensuali, per questo volevo che il brano avesse un sapore dalla ritmica latina con un’armonia con gli stessi tratti esotici ma mai espliciti, esattamente come i ricordi lontani ed i profumi, mai esatti affidabili e precisi, spesso vaghi ed indefiniti ma comunque capaci di descrivere cose vivide e precise a partire da sensazioni che raccolgono la sostanza della ricostruzione del ricordo stesso.

Il brano è in 3/4 ed in forma A B, ciascuna di 16 misure.

Come anticipato “Il profumo” non è esclusivamente una composizione a se stante ma inserita in una ghirlanda di 4 brani, nel disco è collocata in successione al brano “Le tenebre” che si conclude con un lungo contrabbasso solo. L’introduzione de ” Il profumo” è dunque la prosecuzione del solo e scandisce il tempo del brano giocando ritmicamente  sulle note Mib e Mi, ricordando esplicitamente sapori tipici della musica latina, nello specifico spagnola. Queste note introduttive infatti vogliono essere l’unico momento in cui viene platealmente dichiarato l’intento del brano, infatti queste note dal punto di vista del paragone stanno a rappresentanza del ricordo preciso e netto. Ma da questo momento nella A del brano il gioco armonico consiste nel rimanere nella medesima zona senza mai dichiararla ufficialmente sfruttando le note in comune sulla scala o bassi differenti, in rappresentanza della lontananza del ricordo e del suo essere realmente solo evocativo ed indefinito.

Volutamente, come in molti dei brani che scrivo, mi allontano dalle canoniche funzioni armoniche, difficilmente in questo brano si può parlare di tonalità ma ci sono svariate situazioni melodiche e accordali che appartengono a scale comuni tra loro e che portano ad individuare zone modali e microtonali. Dal punto di vista melodico/ ritmico, dopo l’anacrusi iniziale, che è lo slancio ritmico della melodia stessa, le prime quattro battute riprendono la stessa ritmica delle 4 battute successive, si tratta di due frasi melodiche che iniziano con le stesse note ( quindi battuta 1 e 2 sono uguali a battuta 5 e 6, cambia solo il basso e conseguentemente l’armonia sottostante). Da battuta 9 c’è un rilascio della tensione ritmica della melodia fino alle ultime 4 battute della A dove si trova solo una sensazione armonica in cui canta la nona dell’accordo, ma che in realtà è già un pretesto per improvvisare. Quì battuta 11 e 12 hanno la stessa ritmica ed intensità melodica di 13 e 14. Nella mia scrittura  utilizzo spesso lo stratagemma della ripetizione melodica; sfruttando con frequenza sequenze di accordi non uniti tra loro da funzioni armoniche, cerco di mantenere un certo equilibro strutturale nell’orecchio dell’ascoltatore attraverso la ripetizione delle idee melodiche.

img

Nella B ci si allontana dalla sensazione di pedale presente nella A, quì  battuta 18 e 19 presentano la stessa ritmica di battuta 21 e 21 così come per 22 e 23. Melodicamente la frase si presenta 3 volte in maniera molto simile abbassandosi di tono e variando sempre il suo finale. Allo stesso modo le battute 24 25 e 26 hanno la stessa ritmica di 28 29 e 30. Queste situazioni omoritmiche garantiscono alla melodia di potersi appoggiare sull’armonia cromatica sottostante senza destare tensioni nell’orecchio dell’ascoltatore. Tutta la B riprende una parte melodica del brano precedente ” Le tenebre”, in maniera vagamente Beethoveniana quì ripropongo una sorta di sviluppo della melodia di ” Le tenebre” affinchè il sapore sia simile e mi possa garantire una certa continuità compositiva architettonica e melodica con il brano precedente, distaccandosene allo stesso tempo perchè possa ammantarsi di originalità.

Da battuta 24 fino alla fine del brano si tratta più di situazioni armoniche che melodiche protratte fino a far cantare la quarta aumentata dell’ultimo accordo.

Dal punto di vista armonico da battuta 18 fino a 22 tutto è creato per far scendere cromaticamente il basso lasciando sempre cantare la terza dell’accordo in questione. Il movimento di discesa parallelo delle parti crea un’aspettativa in chi ascolta che viene a breve volutamente infranta per dare al brano un finale melodicamente non risolutivo. Essendo la struttura di sole 32 misure esponiamo due volte il tema variandone la melodia e la ritmica, sfruttando le parti più armoniche come escamotage per iniziare ad improvvisare.

Sul disco, per un’architettura legata a com’è stata concepita la suite, il primo strumento ad  di improvvisare sulla griglia di accordi è il pianoforte, inizialmente esponendo idee melodiche e successivamente più ritmiche, come se nel duo fosse presente anche la batteria, si vuole infatti arrivare ad un climax che obbliga il contrabbasso ad una sorta di Walking sul 3 /4. Per il solo di contrabbasso viene cambiato radicalmente il clima facendo crollare sensibilmente la dinamica, per creare varietà in ogni Chorus di solo sia io che Bellafiore scegliamo sempre di accompagnarci in maniera differente e creativa sfruttando tutte le soluzioni disponibili fino agli ultimi chorus di solo in cui improvvisiamo insieme giocando su effetti di contrappunto delle frasi esposte. Il brano termina in maniera canonica riproponendo due volte il tema e concludendo in una regione lidia derivante dalla 4# dell’accordo di Eb Maj7, da quì parte un pianosolo Estemporaneo che collega ” Il profumo” con il brano di Marco Bellafiore ” La cornice”.

Benchè inserito in una sorta di piccola suite, spesso il brano si è prestato ad un suo utilizzo isolato, in cui il finale riprende l’introduzione o si conclude con un’improvvisazione estemporanea insieme a Bellafiore. Insomma, come molti dei brani contenuti in questo disco tutto è cangiante e legato alle sensazioni del momento e di ciò che abbiamo voglia di descrivere e raccontare nell’istante che trascorre.