28 settembre 2018
Sabato 29 settembre riparte la programmazione allo storico club Capolinea 8 di Torino; abbiamo intervistato Max Gallo, direttore artistico.
Di Eugenio Mirti
Ci racconti un po’ la sotria di questa rassegna?
Il Capolinea 8 ha aperto le porte al jazz nel 1975 ed ha ospitato jazzisti di fama mondiale come Chet Baker, Roy Haynes, Billy Higgins Cedar Walton e molti altri: la lista è davvero infinita. Sabato 29 Settembre la prima “Chicca Di Jazz” vedrà ospite e protagonista Carlo Atti: ci sarò poi io alla chitarra, Giorgio Allara contrabbasso e Nicola Stranieri batteria. Tutti i concerti saranno preceduti dalla fortunata rassegna letteraria “Book in Jazz”: illustri scrittori presenteranno i propri lavori interagendo con il pubblico presente.
Come hai lavorato alla programmazione?
Anche in questa edizione saranno ospiti alcuni tra i più grandi jazzisti italiani e americani, e la rassegna (che ha avuto grande successo nelle scorse edizioni) continuerà a chiamarsi “Chicche di Jazz”. Chicche di Jazz perché molti di questi concerti nascono esclusivamente per un unico concerto pensato dal mio gusto e dalla mia esperienza musicale, coinvolgendo in varie formazioni grandi musicisti che in alcuni casi sono anni che non si esibiscono insieme o che non lo hanno mai fatto, dando così vita ad una vera e unica performance di jazz.
Come potrebbero le istituzioni aiutare il vostro lavoro?
Oltre a essere musica complessa e di grande cultura il jazz è da sempre la musica che unisce i popoli e proprio per questo dovrebbe essere sostenuta dalle istituzioni con continuità e con un coinvolgimento totale degli operatori di settore: anche perché Torino e’ una delle citta’ piu’ attive per il jazz in Italia e ospita molti musicisti di talento. Bisognerebbe costituire un tavolo di lavoro costante con l’amministrazione comunale e le associazioni più rappresentative e attive sul territorio al fine di proporre e raccogliere nuove idee , e questo anche per quanto riguarda il TJF.
