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Birthplace<br/>Intervista a Emanuele Coluccia

Birthplace
Intervista a Emanuele Coluccia

29 novembre 2018

Si intitola Birthplace il nuovo album di Emanuele Coluccia, pubblicato da Workin’ Label. L’abbiamo intervistato.

Di Eugenio Mirti

Perchè il titolo Birthplace?
A 18 mi sono allontanato da casa inseguendo le cose che non trovavo nel Salento: per esempio i musicisti, la situazione non era quella attuale, non c’erano le scuole e così via. Io ero affamato di esperienze, sono andato a Roma, poi a Milano e a New York. Per una serie di circostanze varie sono infine tornato. Ho cominciato a scrivere così la musica che dopo parecchi anni si è condensata in questo lavoro. Ho declinato in questo disco l’idea del ritorno al luogo d’origine ma l’ho anche ampliata, l’origine non è soltanto il luogo, ma anche il nostro corpo, con meno social network e più socialità. Un racconto autobiografico di partenza, smarrimento, per ritrovarsi in una forma diversa.

Come hai scelto i due musicisti che hanno suonato con te, Luca Alemanno e Dario Congedo.
Ci conosciamo da molto tempo e abbiamo lavorato spesso insieme; in realtà loro hanno scelto me, io tendo a procrastinare perchè quello che faccio non mi sembra mai abbastanza buono e continuo a rimandare costantemente! Loro invece mi hanno detto “basta, adesso registriamo questo disco!” e il loro entusiasmo mi ha trascinato.

Pianista, sassofonista, componi, insegni… molte cose. Quanto conta la curiosità?
Nel mio caso quello che mi ha portato a fare così tante cose inzialmente era la superficialità, più che la curiosità. Però rimango nello stesso campo, la musica, e alla fine le tante attività mi spostano dalla superficialità alla curiosità.

Come componi?
La maggior parte delle tracce (tranne Alba) sono state iniziate con delle note vocali; ho cantato qualcosa nel telefono quando mi veniva in mente, in un secondo momento a casa poi ho sviluppato le idee come se fosse un brano di qualcun altro.

Birthplace in tre aggettivi!
Avventuroso, estatico e romantico.

Cosa è il jazz oggi?
Una nuvola, un cloud, uno spazio a cui posso accedere e scaricare ogni sorta di suono e movimento musicale, o frammento espressivo; da questa nuvola possono piovere migliaia di gocce di suoni: non ho l’ansia di essere qualcuno e mi piace stare sotto questa pioggia.

Se avessi una bacchetta magica quale sogno esaudiresti?
Mi piacerebbe passare qualche giorno con Michael Brecker o John Coltrane! O una settimana con Keith Jarrett!

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