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Between 3 and 4</br>Intervista ad Andrea Infusino

Between 3 and 4
Intervista ad Andrea Infusino

 26 gennaio 2018

Andrea Infusino ha da poco pubblicato per la Emme il suo nuovo disco “Between 3&4” ; lo abbiamo intervistato.

Di Eugenio Mirti

Ci spieghi il titolo del disco?
Appassionato di simbolismo e numerologia, ho composto il brano che dà anche il titolo del disco dopo aver riportato in musica alcuni concetti a me molto cari. “Between 3&4” ha degli elementi di contrasto al suo interno che ho caratterizzato usando il numero 3, notoriamente inteso come il numero della perfezione, e il numero 4, il numero della materia per me interpretato come dell’imperfezione, e lo “stare fra il 3 e il 4” indica appunto un contrasto presente nella nostra vita, fonte di ispirazione, la lotta che appartiene a tutti noi qualsiasi cosa facciamo: l’ambizione alle cose alte è contrastata da quelle più basse, e viceversa. Non parlo di contrasto fra il bene e il male, ma di due energie, a volte l’una vince sull’altra, altresi trovano in equilibrio così come la natura umana e i suoi desideri, sono oscillatori e danno luogo a quell’oscillazione che è vita, che è la vita. Perfezione e imperfezione, regola e trasgressione, staticità e oscillazioni, sono elementi che caratterizzano il jazz e la sua unicità di genere musicale.


Come hai scelto i musicisti?

I musicisti del disco, che definisco i miei compagni di viaggio, li ho scelti nel tempo ed elevandomi al di sopra del rapporto di stima e di amicizia che già c’era e tuttora permane. Per fare un buon lavoro è necessario una buona squadra e il meglio è nemico del bene. Perciò in tempi non sospetti ho dato vita alla ricerca, nella unicità ed eccentricità di ciascuno dei componenti del gruppo, atto a rendere unico il lavoro.
Quello che ho ottenuto grazie a loro è un sound estremamente contaminato, influenzato da numerose esperienze che vanno dalla musica folk alla classica, passando appunto per il jazz e l’improvvisazione. Presento perciò la squadra, il gruppo senza il quale questo lavoro non sarebbe mai stato realizzato e grazie al quale è venuto così bene: Marco Rossin ai sassofoni, Fabio Guagliardi all’organo key-b e Manolito Cortese alla batteria. Il mio ringraziamento va ben oltre quello doveriso del supporto all’esecuzione e realizzazione del disco, ma tuttora è vivo e con spirito di gratitudine spero andremo avanti e molto lontano.
Vorrei citare e ringraziare anche Emme Record Label, che è parte del gruppo di compagni di viaggio, in quanto a valle della mera produzione del lavoro musicale ha valutato, creduto e sta portando avanti con grande professionalità e sensibilità “Between 3&4”, così come SOS di Paolo Scarpino che mi ha supportato nella fase di registrazione con pazienza e professionalità.
Ringrazio inoltre Umberto Fiorentino e Fabio Zeppetella, che mi hanno sostenuto in vari modi per “Between 3&4”, altre ad essere grandi maestri di musica e di vita.



Perché la formazione con Hammond senza basso?
Provenendo da numerosi ascolti jazz, soprattutto legati a Wes Montgomery, volevo sfruttare l’idea di organ trio jazz più classico contestualizzandolo a un sound moderno con brani originali. L’aiuto dell’organo, che di fatto offre un doppio sostegno, consente anche un livello diverso di flessibilità ed elasticità di gruppo. Non ultimo, anche la ricerca sonora si gioca su un piano differente se consideriamo l’utilizzo di sintetizzatori o piani elettrici, in aggiunta o in sostituzione dell’organo.

Come lavori a composizioni e arrangiamenti?
Per mezzo di due concetti: in primis sicuramente un’ispirazione di base che va sviluppata un po’ tramite l’istinto e un po’ tramite le regole. Poi penso anche a chi deve suonare certa musica: in “Between 3&4” le tracce sono caratterizzate da numerosi scambi e passaggi di testimone. Per me la diversità e le eccellenze di ciascuno sono da valorizzare, al di là se si parli o meno di avere uno special guest o se il disco porta un nome più in risalto di un altro. Il concetto di gruppo che ho, come coesione di talenti, vorrei accostarlo a quello che era in passato il grandioso trio di Bill Evans, che portava sì il suo nome ma era un laboratorio di esperienze e di grandezza dove ogni elemento trovata espressione e respiro. Gli arrangiamenti portano con sé tutto quanto ho appena descritto e sono elastici e flessibili in base alle inclinazioni innate ma anche estemporanee di ciascuno. Chiaramente nel disco ho concentrato le idee e gli sforzi affinché passasse una versione di riferimento rappresentativa di ciascun brano.

Nell’era di internet qual è il senso di realizzare un CD?
Dipende da quale mercato si vuole affrontare e quali sono le proprie ambizioni. Sicuramente realizzare un CD o un libro cartaceo regala un senso di soddisfazione a chi lo crea.
Perciò credo che internet e tutto ciò che è digitale vada concepito come uno dei canali di una strategia più ampia: bisogna dotarsi di più mezzi atti, nella propria misura e con la propria natura, a concorrere all’obiettivo di visibilità e, aggiungo, di vendita. Potrei, ad esempio, dire che un mezzo come Pinterest è usato già per la vendita e  lo si dovrebbe integrare anche in una strategia di marketing e di advertising per la promozione di un lavoro musicale. Anzi grazie agli store online la possibilità di raggiungere più segmenti di pubblico ha un grande valore, sia anche per l’erogazione di un prodotto digitale che a mio avviso completa e compensa la commercializzazione e promozione di un supporto puramente fisico. Non dimentichiamo che per molti, me incluso, avere il supporto fisico da il verso senso di possesso e di confidenza con l’opera che il digitale non darà mai.
Secondo me, in definitiva, realizzare un CD ha un senso e un valore ancora molto alto e si contestualizza in un modo o in un altro all’interno della strategia di promozione del suo contenuto.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Stiamo lavorando con Emme Record Label a un tour nazionale per consentire al lavoro di girare e confrontarsi con realtà diverse e culturalmente stimolanti, oltre che creare una rete di contatti anche con l’estero.
Oltre alla voglia di lavorare sulla promozione di “Between 3&4” c’è quella di andare per altri mari coi compagni di viaggio, su una rotta ben precisa fatta di jazz, interplay e vibrazioni vitali positive.

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