
9 novembre 2022
“A new world” è il titolo del nuovo disco del batterista e compositore piemontese Andrea Penna, pubblicato dall’etichetta Workin’ Label e distribuito da I.R.D.
Il titolo del disco nasce da un desiderio di profondo rinnovamento e dall’esigenza nostalgica di ritrovare le emozioni di ricordi e affetti vissuti. I brani sono ispirati da emozioni di vita: la sensazione di un abbraccio, il pensiero di un amico o quando il desiderio di vivere in un mondo migliore si scontra ironicamente con la realtà.
Come in un flusso di ricordi che si sovrappongono, i brani si configurano come piccole suite, in atmosfere e generi che si susseguono secondo un filo emotivo.
Per la realizzazione di questo nuovo progetto Andrea Penna si è avvalso della collaborazione dei musicisti con i quali da sempre condivide i suoi progetti musicali: il pianista e compositore Massimo Artiglia, il bassista Umberto Mari, il sassofonista Luca Biggio, i chitarristi Mario Petracca e Andrea Mignone e il flautista Antonio Santoro.
La tracklist si apre con Parlami ancora, brano composto immaginando il mare, il discorrere intenso e rilassato passeggiando sulla spiaggia, con qualche brivido di gioia e una grande voglia di libertà.
A new world è invece frutto del desiderio utopico, forse con un po’ di ironia, di vivere in un mondo diverso, intriso di emozioni positive.
La nostalgia di un abbraccio profondo, con un piccolo salto nel passato, caratterizza invece l’idea di In my arms, dove lo scorrere di vecchie fotografie porta alla memoria alcune emozioni legate alla figlia del musicista.
Le nuvole si spostano veloci, un po’ di freddo sta arrivando e il tempo cambia in un attimo. Succede Tutto in un momento, sono i cambiamenti rapidi delle cose, ma anche gli imprevisti della vita, che a volte possono essere piacevoli.
Scorrono i pensieri, E fuori piove. Una giornata di pioggia dove ascoltarsi dentro, meditando con un po’ di malinconia.
30 Years later nasce dall’idea del ricordo dei tempi passati, degli affetti, degli amici, delle strade percorse insieme. Tutto questo però ha una relazione con il presente: cosa è rimasto e cosa è cambiato?
Durante gli anni del servizio militare si diceva e si scriveva così: Poki, quando ci si avvicinava all’alba, al congedo, e il desiderio di tornare a una vita normale era grande. Come durante il primo lockdown, quando osservando le strade vuote, non si vedeva l’ora di tornare ad essere di nuovo liberi.
It was just like that è una constatazione fluttuante tra fatalismo, delusione, dubbio e necessità di accettare i fatti.
1Be my dear è invece un brano scritto pensando al carattere e alla grande sensibilità di un caro amico, Umberto, che da sempre si firma come “1Be”.
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