14 aprile 2019
Il nuovo album di Alfonso Adan si intitola New Morning
Abbiamo intervistato Alfonso Adan, chitarrista e compositore, in occasione dell’uscita del suo ultimo lavoro New Morning.
Come lavori per le composizioni e gli arrangiamenti?
Con il passare del tempo, uno affina e impara a cogliere meglio l’essenza delle idee. La conoscenza ti dà libertà quando scrivi una partitura e la interpreti. Sebbene è vero che non si finisce mai d’imparare o di essere sorpresi dalle possibilità che devono ancora essere esplorate nella musica.
Penso che sia bello prendersi dei rischi, sia a livello armonico, sia melodico o nella struttura di una composizione.
Penso anche che sia necessario trasgredire o reinterpretare le norme e le forme stabilite, se si vuole creare qualcosa di diverso. Le dinamiche possono persino determinare quale sia la forma di una composizione, perché no?
Mi piace lavorare meticolosamente sui brani, con senso critico e metodico. Cercando sempre di fare qualcosa d’interessante e nuovo. Detto questo, i miei riferimenti non possono che essere i compositori classici come Bach, Beethoven, Mozart, moderni come Rachmaninoff o addirittura attuali come Arvo Pärt.
Come scegli i musicisti per il tuo lavoro?
Mi piace circondarmi di musicisti che mi ispirino per il loro modo d’essere, di suonare e capire la musica. In questo album ho collaborato con Drew Gress al contrabbasso: Non solo è uno dei migliori bassisti, ma è un compositore straordinario, con una testa fuori dal comune, che lo rende un musicista trascendentale. Paul Shaw è uno straordinario batterista, compositore e arrangiatore, con una visione chiara e concisa, e come tale suona la batteria e questo lo rende assai speciale e diverso. Sam Revaz è il pianista: ha una capacità e una visione moderna all’interno di una formazione di tipo tradizionale. Era il pianista con cui volevo registrare.
Vorrei poi aggiungere che, per me, è importante avere musicisti stimolanti, così come contare su professionisti del miglior livello, per ciò che riguarda la parte tecnica.
In questo album ho avuto la fortuna di poter registrare con ingegneri come Mike Ikonomidis e Christal Jerez che sono tra i migliori al mondo. Per il mix ho lavorato con Jason Rostkowski e con Li Hai per la masterizzazione. Non sono solo straordinari: hanno una visione del suono molto specifica e un modo di lavorare che li rende molto speciali.
Realizzare un disco nell’era dello streaming. Qual è il significato della tua scelta?
La parte positiva dello streaming è che la musica è ora accessibile a tutti e penso che bisognerà adattarsi alle nuove tecnologie, specialmente i musicisti della mia generazione, che hanno iniziato a suonare negli anni ’80, quando Internet non c’era. Abbiamo imparato ad apprezzare la musica sui dischi in vinile, che, tra l’altro, è di migliore qualità rispetto alla versione compressa a 16 bit offerta dallo streaming oggi o al CD.
La parte meno piacevole penso riguardi la monetizzazione dello streaming. Lo sforzo personale ed economico di registrare un album di Jazz, in un buon studio, è enorme. Una buona produzione con buoni ingegneri e studi è costosa. La monetizzazione di tali spese attraverso lo streaming è semplicemente impossibile oggigiorno. Avresti bisogno di ricevere milioni di ascolti e per molto tempo, per essere in grado di ammortizzare una parte di quanto costa produrre un lavoro come questo.
Voglio pensare che qualcosa cambierà nella quantificazione in termini di denaro, perché non puoi trattare la musica commerciale allo stesso modo del jazz o della musica classica. Non è giusto e sostenibile per gli artisti, gli editori e le case discografiche.
Definisci New Morning con tre aggettivi.
Lo descriverei come introspettivo, azzardato e diverso.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sto lavorando ad un nuovo album in quartetto, che voglio registrare entro quest’anno. Per il 2020 ho poi in programma di registrare un album per chitarra solista e un altro in trio nel 2021. I tre album saranno registrati qui a New York e in tutti vi saranno brani e arrangiamenti originali.
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