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Al Jazzit Fest con</br>Massimo Carrano </br> Le interviste di Daniela Floris
Photo Credit To Carlo Mogavero

Al Jazzit Fest con
Massimo Carrano
Le interviste di Daniela Floris

«Cari amici, queste sono le interviste che ho realizzato a Cumiana durante il Jazzit Fest 2016, nella mia residenza creativa di Villa Palmitia, messami a disposizione dal grande patron Luciano Vanni, cui sono immensamente grata. Sono interviste-format, con domande semplici, il cui fine era quello di far conoscere artisti e addetti ai lavori di questa bellissima “Fiera internazionale del Jazz”. Sono riuscita a intervistare tanta gente, ma tantissimi sono rimasti fuori, con mio grande dispiacere. Alcune domande prevedevano risposte secche, e hanno lasciato interdetti alcuni tra gli intervistati, che si sono trovati a dover dichiarare il loro piatto preferito prima ancora del loro progetto artistico. Ma quasi sempre ne hanno capito il senso: queste interviste volevano essere giocose, agili, divertenti, proprio per attirare l’attenzione dei lettori, e non hanno tolto spazio a domande più specifiche, poste da me volutamente in fondo alla sequenza. La domanda: “Sei al Jazzit Fest perché…?” spiega il senso del Jazzit Fest: alcune risposte sono divertenti, altre lapidarie, altre addirittura poetiche! Con me a Villa Palmitia c’era Carlo Mogavero, eccellente fotografo specializzato proprio nel documentare il Jazz, che ha realizzato ritratti bellissimi durante le interviste. Dove non c’era lui, mi sono avvalsa delle splendide foto scattate dal grande Paolo Galletta, fotografo ufficiale del Jazzit Fest. Insomma, vi auguro buon divertimento!».

Di Daniela Floris

Luogo di nascita? Roma.
Età? 61
Strumento: percussioni e voce.
Vivi a? Roma.
Bevanda preferita? Schweppes al limone con limone e acqua minerale .
Piatto preferito? Qualsiasi cosa con il pesce, anzi: totano alla piastra.
Colore preferito? Turchese.
Squadra del cuore? Lazio.
Il disco che ti ha fatto innamorare del jazz? “Live Evil” di Miles Davis.
Il jazzista che più ti ha ispirato? “Neighborhood” di Manu Katche.
Quale musica da ascoltare oltre al jazz? Musica barocca, tersicorea.
Ultimo libro letto? “La potenza dell’errare” di Emanuele Severino.
Libro indimenticabile? “Il crollo della mente bicamerale” di Julian Jaines.
Ultimo film visto? “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese.
Film indimenticabile: “Le invasioni barbariche” di Denys Arcand e “I duellanti” di Ridley Scott.
Città, mare, campagna o montagna? Città.
Il tuo primo progetto: circa 38 anni fa partecipai come musicista ad un progetto teatrale recitato da sole donne, “La storia di Maria una e mille o la madonna delle sette spade”.
Il tuo progetto attuale: percorro situazioni, musicalmente non ho progetti. Sto lavorando alla diffusione di un metodo per il recupero dell’istinto ritmico.
Progetto sogno nel cassetto: suonare estemporaneamente come sto facendo qui, per tutta la vita.

Sei al Jazzit Fest perché? Per cavalcare l’opportunità di portare uno spazio di parola all’interno di un festival di cose che si ascoltano, e che impropriamente devono essere definiti “show”.

 
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© Carlo Mogavero