
Il musicista, compositore e produttore discografico americano si è spento, all’età di settantasette anni, il 10 novembre 2015.
di Sergio Pasquandrea
Si dice spesso che un musicista “sfida le definizioni” o “travalica i generi musicali”. Nel caso di Allen Toussaint, questa è la pura e semplice verità. Come classificare la sua musica? Jazz? Soul? Rhythm’n’blues? Funk? Forse un po’ di tutte queste cose, e insieme più della loro semplice sommatoria. Del resto, nato a New Orleans nel 1938 e cresciuto nell’humus musicale della Crescent City, Toussaint aveva assorbito tutte quelle influenze, fondendole in uno stile personale.
La sua famiglia abitava a Gert Town, un sobborgo popolato perlopiù da famiglie di operai. Sua madre, grande appassionata di musica, ospitava spesso i musicisti della città che si riunivano a casa sua per suonare: quella fu l’educazione musicale del piccolo Allen. I suoi primi modelli erano stati i pianisti di scuola soul e rhythm’n’blues, primi fra tutti Ray Charles, Huey Smith e Professor Longhair.
Negli anni Sessanta e Settanta, Toussaint operò soprattutto in veste di autore e produttore per nomi come come Irma Thomas, i fratelli Neville, Lee Dorsey, Dr John, i Meters, Solomon Burke, ma le sue collaborazioni si allargarono anche alla scena rock: Paul McCartney, Joe Cocker, Elvis Costello, the Band. Le sue composizioni sono state reinterpretate da tutti i maggiori musicisti di rock e rhythm’n’blues, dai Doors ai Rolling Stones, dagli Who a Bo Diddiley. Fra i suoi brani più celebri, Fortune Teller (incisa fra gli altri dagli Stones e dagli Who), Working In The Coal Mine e Lady Marmalade, portato al successo nel 1975 da Patti Labelle. Dei suoi dischi da solista, vanno ricordati almeno il fortunato “Southern Nights” (Reprise, 1975), la collaborazione con Elvis Costello per “The River In Reverse” (Verve, 2006) e il recente “Bright Mississippi” (Nonesuch, 2009), nel quale suonano anche Brad Mehldau, Joshua Redman e Nicholas Payton.
Nel 1998 era stato incluso nella Rock and Roll Hall of Fame e nel 2011 nella Blues Hall of Fame. Nel 2005, dopo l’uragano Katrina, era stato fra i musicisti più attivi nelle campagne in sostegno della ricostruzione della sua città. In effetti, fra tutte le innumerevoli influenze che si incrociavano nella sua musica, l’impronta più forte era sempre rimasta quella di New Orleans, della cui lunga tradizione era un interprete appassionato.
Toussaint è stato stroncato da un infarto il 10 novembre scorso, subito dopo un concerto a Madrid. Trovato già in fin di vita, inutili sono stati i tentativi di rianimarlo. Aveva settantasette anni.