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Addio a Carla Bley

Addio a Carla Bley
Photo Credit To Svíčková

18 ottobre 2023

È morta ieri a 87 anni a Willow, New York, a causa delle complicazioni legate a un tumore al cervello, la grandissima pianista, compositrice, organista e direttrice d’orchestra Carla Bley, eclettica artista la cui opera ha attraversato la storia del jazz dagli anni Sessanta ad oggi e ha sempre travalicato i confini tra i generi, passando con disinvoltura dal jazz alla musica classica, fino a quella d’avanguardia, cercando sempre nuove forme e nuovi contenuti con cui esprimersi.

Nata Lovella May Borg l’11 maggio 1936 ad Oakland in California, già a sedici anni si trasferisce nella mecca del jazz, New York, per entrare in contatto con i musicisti più importanti dell’epoca, lavorando come cigarette girl al Birdland per mantenersi.

Qui a 21 anni conosce e s’innamora del pianista Paul Bley, che la incoraggia a suonare e a comporre, con cui si sposa e del quale terrà il cognome anche dopo il divorzio. Già a partire dagli anni Sessanta, le sue composizioni sono state eseguite da alcuni tra i più importanti protagonisti della storia del jazz, come George Russell, Jimmy Giuffre, Art Farmer e lo stesso Paul Bley.

Diventa così un’importante figura del free jazz, collaborando con la Liberation Music Orchestra di Charlie Haden, suo grandissimo amico, leggendaria formazione che unisce il jazz sperimentale alla musica folk e tradizionale, e con artisti come Steve Lacy, Don Cherry, Roswell Rudd, Jack Bruce, Robert Wyatt, fino ad arrivare al batterista dei Pink Floyd Nick Mason, con cui realizza l’album “Fictitious Sports”.

Verso la metà degli anni Sessanta inizia un lungo sodalizio musicale con il trombettista austriaco Michael Mantler, che sposa nel 1967 e da cui divorzierà nel 1992. Insieme formano la Jazz Composer’s Orchestra, che nel 1965 incide il primo disco “Communication”.

Il suo concept album jazz-rock “Escalator over the Hill”, considerato tra i dischi fondamentali dell’avanguardia americana di quegli anni, pubblicato tra il 1968 e il 1971 su triplo vinile contenente anche un booklet con i testi delle canzoni, foto e profili dei musicisti e ispirato ai testi del poeta surrealista John Haines, vede la partecipazione d Michael Mantler, Paul Haines, Jack Bruce, Sheila Jordan, Linda Ronstadt e Jeanne Lee. Nell’album fa la sua prima apparizione come cantante la figlia Karen Mantler, avuta nel 1966 da Michael, che apparirà in molti dei successivi lavori della Bley anche in veste di tastierista e armonicista. Nel 1973, la Bley e Mantler fondano l’etichetta discografica indipendente WATT Works, nata per pubblicare i loro album.

Nel corso degli anni Settanta la straordinaria artista, dopo un’esperienza a Londra a fianco di Jack Bruce e Mick Taylor, fonda una big band, tuttora attiva, che porta il suo nome, la Carla Bley Band, e che si ispira alle orchestre di Gil Evans e Duke Ellington, a cui collaborano molti stimati musicisti, provenienti dai più diversi contesti musicali.

Per diversi anni il suo importante partner musicale e di vita è stato il bassista Steve Swallow, con cui ha realizzato il suo ultimo disco “Life Goes On”, inciso in trio con il sassofonista Andy Sheppard e uscito nel 2020.