
12 marzo 2018
Il Jazz:Re:Found è a mio avviso è uno dei più interessanti festival europei, e da qualche anno quando riesco lo seguo insieme a Luca Vicini, produttore di molta musica e bassista dei Subsonica, che proprio per Jazzit al Jazz:Re:Found aveva intervistato Michael League. Alla fine dell’ultima edizione abbiamo chiacchierato sul significato di questa rassegna.
Di Eugenio Mirti
Cosa pensi di Jazz:Re:Found?
A parte il concerto di Cory Henry e certi strumenti come il sax di James Senese trovo il jazz più usato nel senso di cappello; se fossi un purista che non conosce cosa sta succedendo questo potrebbe essere fuorviante, come il dj set di Roni Size. Declinato come black music, ne avevamo già parlato, acquisisce il suo senso, poi delle etichette chi se ne frega… il festival l’ho trovato bellissimo, e trovo che il SuperMarket sia un luogo accogliente, con suoni incredibili, fonici competenti, una bella sensazione di calore. Ecco, mi riconduce al jazz la sensazione di calore che ho trovato.
Io lo definirei un festival di suoni meticci e multiculturalità.
Sì, un incrocio di culture e stili diversi, con voglia di sperimentare e suonare bene. Troppa gente usa il termine suonare in una accezione troppo larga, magari con un pc o facendolo in maniera approssimativa. In queste sere ho visto strumenti grandiosi e veri: Rhodes, Moog, strumenti analogici. Anche il festival diviso in due stituazioni, una piccola e una grande è stato interessante.
Il pubblico è straordinariamente variegato.
Si va dai venti anni fino a over sessanta, è insolito, un pubblico attento, questo già l’avevamo notato con gli Snarky Puppy. L’impostazione, a volte anche nella difficoltà interpretativa, della grafica regala una veste attuale e moderna. C’è una bella freschezza in generale, dalla grafica al direttore artistico, con una bella positività di fondo.
Un consiglio o una idea per Denis Longhi?
Con molta umiltà, perché il festival è già meraviglioso, forse gli direi di proseguire il meticciato sonoro con collaborazioni inusuali; o anche come spunto mi venivano in mente i concerti curiosi che venivano realizzati sulle torri del Fringe; o ancora farsi promotore di collaborazioni musicali ancora più aperte tra artisti diversi.